Stamattina mi sono svegliata pensando che sono passati due anni da quando ho firmato l’atto di acquisto della casa. Già…casa mia! Mi sono fermata a riflettere a quanto è cambiato per me negli anni il significato di sentirsi a casa.
Ci sono lingue come l’inglese che distinguono chiaramente House il luogo fisico dove abitiamo, da Home il posto dove ci sentiamo a casa e con il quale abbiamo un legame più personale ed emozionale. In italiano invece questa differenza non c’è dal punto di vista linguistico.
Per chi si sente un po’ vagabondo come me, la parola casa ha un’importanza e un significato particolare.
La prima casa
Fino alle superiori ho vissuto insieme ai miei genitori ad Oristano. Alla casa dove sono nata collego la maggior parte dei ricordi della mia infanzia. Io nel cortile andando verso il mio primo giorno di scuola, i pomeriggi soleggiati nel balcone fiorito, l’albero di Natale alternativo fatto con una pianta grassa (ebbene si, i miei sono sempre stati molto originali).
Quando poi sono diventata una studentessa fuori sede a Sassari, posso dire di non essermi mai sentita a casa in questa città. Forse è successo per l’atteggiamento che avevo al tempo o semplicemente perchè qualcosa non ha fatto clic dentro di me. Casa era ancora il posto dove vivevano i miei genitori ed i miei amici, dove avevo le mie cose, i miei ricordi e dove rientravo spesso per i weekend.
Sentirsi a casa viaggiando
A 21 anni mi sono trasferita a Berlino, dove ho vissuto per più di cinque anni. Da quel momento tornare a casa ha assunto un sapore più nostalgico, quello di tornare dalla famiglia e dai profumi e sapori della Sardegna. Questa isola sarà sempre la mia prima casa, quella che custodisce le mie radici. Credo che questo attaccamento alla propria regione natia accomuni un po’ tutti, ma penso che per i sardi sia qualcosa di molto più forte, quasi viscerale.
Quando poi sono andata via da Berlino mi sono resa conto di quanto mi sentissi a casa anche in questa città. Berlino mi ha accolta da timida studentessa alla scoperta del mondo e mi ha conquistato subito. La sua multiculturalità, i suoi quartieri tutti diversi, i Berlinesi che spuntano come funghi al primo sole, le grigliate d’estate… Berlino come tutta la Germania è di fatto diventata la mia seconda casa, per la quale provo spesso nostalgia.
Credo che il sentirsi a casa non sia legato alla quantità di tempo che abbiamo trascorso in un luogo, piuttosto dalle emozioni che questo ci ha suscitato. Durante i miei viaggi ci sono stati diversi posti dove posso dire di essermi sentita così. In Andalusia il clima, il cibo e la gente mi hanno fatto sentire benvenuta e parte di quel luogo. Riuscirei a immaginarmi di vivere a Malaga, città sul mare inondata di luce.
Anche in Grecia ho avuto una simile sensazione: il paesaggio di colline brulle e spiagge selvagge mi ha ricordato molto quello della Sardegna e l’ospitalità della mia amica Kalliopi e il suo modo di vivere mi ha avvolto di un calore speciale.
La casa è dove si trova il cuore (Plinio il Vecchio)
E infine c’è Olbia, che ho scelto di far diventare la mia casa da qualche anno a questa parte dopo varie peregrinazioni. Qui ho trovato, oltre il lavoro, il mio gruppo di yoga, gli amici di salsa, il coro gospel, le montagne granitiche della Gallura e le calette cristalline. Tante cose che mi fanno sentire accolta, perchè sentisi a casa è un po’ anche stare fra chi ti vuole bene, condivide le tue passioni, interessi e valori.
Sentirsi a casa però per me significa anche tornare ogni sera dalle persone amate, quelle che ti fanno sentire di essere parte di una famiglia, di essere al sicuro, di poter contare su qualcuno non importa cosa succeda.
Oggi posso dire che, con l’aumentare della mia consapevolezza, ho capito che la casa sono io e che posso sentirmi bene in ogni posto, anche se ci saranno sempre dei luoghi dove l’anima vibra di più.
Per voi cosa vuol dire sentirsi a casa?