Aquedotto Romano Olbia
Mag 17, 2020

5 siti archeologici di Olbia da visitare a costo zero

Olbia è la porta di ingresso per molti viaggiatori che arrivano in Sardegna, ma spesso è solo una città di transito verso le spiagge o altre località più famose della zona. Questa zona però ha tanto da offrire, tra cui diversi siti archeologici di Olbia interessanti e visitabili a costo zero.  In questo articolo vi parlo di cinque siti archeologici che non prevedono (al momento) un biglietto di ingresso e servizio di visita guidata.

Il castello di Pedres

Arroccato su una collina di 98 metri poco fuori Olbia, il castello di Pedres sovrasta dall’alto la città. Salendo dei gradoni si arriva in cima alla fortificazione, costruita a scopo difensivo tra la fine del 1200 e l’inizio del 1300, durante la dominazione Pisano-Aragonese. Il castello fu poi abbandonato con la conquista spagnola nel XV secolo e oggi rimangono i resti di una torre e della cinta muraria. Raggiungete il sito da Olbia seguendo la strada SP24 per Loiri e girando poi in via Castello Pedreso. Dopo un breve tratto di strada sterrata troverete il parcheggio.

Siti archeologici Olbia
Castello di Pedres Olbia

 

La Tomba dei Giganti Su Monte e S’Abe

Di fronte al Castello di Pedres troviamo un altro interessante sito archeologico: la tomba dei Giganti de su mont’e s’Abe (o s’Ape). Questa è una sepoltura nuragica collettiva che con i suoi 28 metri di lunghezza è una delle più grandi di tutta la Sardegna.

La tomba fu costruita in due periodi differenti: durante la cultura di Bonnanaro venne edificato un corridoio megalitico dove venivano sepolti i defunti. Nel 1600 a.C. Venne aggiunta l’esedra, ovvero lo spazio semicircolare delimitato dai lastroni conficcati nel terreno e dalla stele di granito, oggi non più presente, che rappresentava l’ingresso alla tomba. La forma della sepoltura ricorda la testa di un toro, che era considerato in antichità un animale sacro.

Oggi questo aspetto di sacralità è stato rivalutato e nel sito si svolgono di tanto in tanto concerti in un’atmosfera magica, come quelli di Joshymati 432 Hz. Questo duo voce e piano, formato dai fantastici Lisa Frassi e Matteo Giorgioni, rivisita i mantra buddisti e preghiere cristiane eseguendoli in luoghi naturali e sacri. Se ancora non li conoscete vi invito ad ascoltare i loro brani!

siti archeologici Olbia
Tomba dei Giganti Su Monte e s’Abe

 

Il Pozzo Sacro Sa Testa

Un altro sito archeologico da non perdere ad Olbia è Il Pozzo Sacro Sa Testa, uno dei pochi pozzi sacri in tutta la Gallura.  Seguendo la strada che da Olbia porta alla spiaggia di Pittulongu, subito dopo il centro commerciale si gira a destra e si trova un parcheggio. Un breve sentiero tra piante mediterranee e aromatiche ci conduce all’ingresso del sito.

Si accede al pozzo tramite la sala del consiglio, un cortile di forma circolare dove si svolgevano probabilmente i riti legati al culto dell’acqua. Una scala di 17 gradini ci porta giù nel pozzo alimentato da una sorgente perenne e coperto da una falsa cupola (detta a tholos). Questo luogo era stato scelto dalla civiltà nuragica per celebrare la divinità delle acque.

Oggi oltre ad attirare molti visitatori, il Pozzo Sacro di Sa Testa è scelto anche come luogo per meditare in tranquillità o per svolgere delle pratiche yoga particolari. Insieme a Laura Basile e il suo Setuhara Yoga ho fatto qui una lezione di yoga nidra al tramonto, facendomi cullare dalla musica e dalla natura.

Pozzo Sacro Sa Testa
Pozzo Sacro Sa Testa

 

L’Aquedotto Romano di Olbia

La parte meglio conservata e visitabile dell’Aquedotto romano di Olbia si trova in località Sa Rughittùla, in via Mincio nella zona industriale di Olbia, raggiungibile facilmente dalla rotonda di via dei Lidi o dalla SS125. L’infrastruttura dell’aquedotto, costruita nel periodo romano, trasportava l’acqua per 3 km dal Monte di Cabu Abbas alle terme romane di Olbia.

Nel pezzo di Sa Rughittola sono ancora chiaramente visibili delle arcate e una piscina limaria, ovvero una cisterna di decantazione e sedimentazione delle acque. Qui si depositavano pietre e fanghi e l’acqua usciva ripulita e proseguiva il suo percorso verso la città. Potrete vedere le altre rovine dell’aquedotto in via Nanni e via Canova.

siti archeologici Olbia
Aqudotto Romano Olbia

 

Nuraghe di Riu Mulinu

Da citare infine tra i i siti archeologici di Olbia, c’è il Nuraghe Riu Mulinu. Situato in posizione strategica sul picco roccioso di Cabu Abbas, a 250 metri sul mare, questo nuraghe è uno dei più importanti di tutta la Gallura. Da questa altezza sovrasta il golfo di Olbia e regala un panorama unico sul mare e sull’isola di Tavolara. Le sue grandi cinta murarie inglobano la roccia lungo il loro perimetro e presentano due ingressi: uno a nord e uno a sud. Durante gli scavi del 1936 sono stati ritrovati dei reperti in ceramica e bronzo, tra cui una statuetta raffigurante una donna con un’anfora sul capo e dei resti di ossa bruciate. Questi reperti fanno pensare al nuraghe come un luogo utilizzato per il culto dell’acqua durante il periodo nuragico, anche se non si esclude che avesse uno scopo difensivo vista la sua posizione.

Per arrivare al Nuraghe Riu Mulinu dal centro di Olbia superate il ponte di via dei Lidi verso la zona industriale, girate in via Mincio, percorrete per circa 2 Km la strada vicinale per la chiesa di Cabu Abbas. Una volta arrivati al vecchio cimitero continuate a piedi sul sentiero.

Vista dal Nuraghe Riu Mulinu Olbia
Vista dal Nuraghe Riu Mulinu

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