Un “paese-museo“: così viene definito San Sperate per la quantità di murales e opere d’arte sparse per le sue stradine. Il motore del suo sviluppo artistico fu Pinuccio Sciola, nativo del paese. Questo artista geniale tornando nel 1968 a San Sperate dopo alcuni viaggi, coinvolse i suoi compaesanei nella realizzazione di murales durante la festa del Corpus Domini. Scopriamo insieme in questo post cosa vedere a San Sperate.
Un tour fra i Murales di San Sperate
Se è vero che i murales sono visibili a tutti passeggiando per i vicoli del centro del paese, un tour guidato è il modo migliore per scoprire i retroscena e i significati che si celano dietro le varie rappresentazioni. Vi posso consigliare uno dei tour di Arasolé, società di servizi turistici che ho già citato in varie occasioni. In questa intervista potete scoprire un po’ più su di loro.
La nostra passeggiata inizia al Giardino Megalitico di San Sperate, dove Pinuccio Sciola e altri artisti realizzarono dolmen e menhir che ricordano il megalitismo in Sardegna di epoca nuragica e preistorica. Proseguiamo per le stradine adiacenti dove uno dopo l’altro si svelano dipinti e installazioni artistiche.
Forse il murales più celebre è quello dedicato al Santo Patrono, dipinto nel 1976 da Angelo Pilloni, nome ricorrente tra le opere del paese. Come molti altri riporta a scene di vita paesana e contadina, ad esempio con le pesche, simbolo della produzione agricola speratina.
Sempre di Pilloni è zia Benvenuta che si trova all’ingresso del paese e raffigura un anziana signora che apre la porta della sua casa, quasi a invitare il forestiero a entrare.
Un altro murale significativo è quello dedicato alla lotta contro gli incendi, di Oriol Caminal che si trova nella via Vittorio Emanuele. Il problema degli incendi boschivi che ogni estate flagellano la Sardegna è stato preso a cuore dall’artista catalano che ha dedicato la sua opera di sensibilizzazione a questo tema.
Un’opera che mi ha molto colpito è Sic in Sterili: così nello sterile, un insieme di lastre di basalto da dove spunta una piantina, ovvero simbolo della vita.
Godetevi questa galleria di immagini.
Il Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola
Il luogo più emblematico di San Sperate è sicuramente il Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola, dove le sue magiche pietre si stagliano all’interno di un verde aranceto. Entrare qui significa cambiare un po’ dimensione, perdere il senso del tempo e immergersi nella magia della sua scultura.
Pietre dalle fogge più diverse tra loro, alcune ritagliate in modo che un leggero tocco le fa vibrare e le rende trasparenti. Altre sono scolpite così da produrre una scala di note incredibilmente armoniche tra di loro. Doveva esserci genio e talento nel corpo di Sciola, e per chi ci crede un tocco di divino. La visita del Giardino diventa una vera e propria esperienza sensoriale, che coinvolge non solo la vista, ma anche l’udito e il tatto.
Durante il nostro tour mi ha molto colpito una signora che aveva perso la vista e che accarezzando le sculture e sentendole vibrare ha comunque apprezzato la bellezza di questo luogo. Quindi può essere sicuramente considerato una meta di turismo accessibile.
Il Museo del Crudo
Cos’altro vedere a San Sperate? Dopo la mia visita ho scoperto che il paese include anche il Museo del Crudo, un edificio risalente al 1600 che ospita periodicamente mostre d’arte ed eventi culturali. La particolarità è che la costruzione è stata fatta interamente in ladiri. Questo è un tipico metodo di costruzione campidanese del passato che prevedeva l’utilizzo di mattoni crudi fatti di paglia e argilla e lasciati essicare al sole senza cottura in forno. Questo modo di costruire è presente in molte case di San Sperate ed è stato rivalutato in tempi recenti in quanto è considerato ecosostenibile.
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