Distese infinite di prati verdi su cui indugiano mucche pigre, un blu ortensia che lascia lentamente il posto al marrone delle foglie autunnali, la vegetazione rigogliosa che si fa largo ai bordi delle strade. Le Azzorre sono un concentrato esplosivo di natura, un vero e proprio continente in miniatura. In Italia non si parla ancora molto di questo bellissimo arcipelago, dunque quale momento migliore per visitarlo prima che diventi meta del turismo di massa? Con questo post ti racconto del mio tour delle Azzorre in 10 giorni viaggiando on the road.
Giorno 1 – Terceira: Praia da Vitoria – Costa sud – Angra do Heroismo
Il nostro tour delle Azzorre in 10 giorni inizia la mattina del 22 novembre, quando atterriamo sull’Isola di Terceira con un volo TAP da Lisbona. Subito si percepisce un’aria diversa: umida, tiepida e pulita.
Dopo aver ritirato l’auto a noleggio all’aeroporto di Lajes, ci dirigiamo verso Praia da Vitória, la prima tappa della nostra avventura. Ci troviamo in una località di mare, un po’ addormentata perché fuori stagione. La cittadina si sviluppa alle spalle della Praia Grande, una delle più lunghe spiagge di sabbia nera di tutto l’arcipelago.
Qui immortalo il Monumento aos Homens do Mar, un monumento ai pescatori, gli uomini del mare appunto. Passando dalla marina all’interno del paese ci fermiamo ad ammirare la Igreja da Misericórdia, dalla bella facciata blu e bianca. Di impianto del 1521, la chiesa fu però ricostruita all’inizio ‘900 in seguito a un incendio che la danneggiò.
Saliamo poi al Miradouro do Facho, un bel punto panoramico sulla Baia di Praia da Vitòria, ma anche molto ventoso! Qui non perderti la foto con l’altalena, molto instagrammabile.
Dopo aver pranzato con pochi euro in una trattoria, decidiamo di proseguire lungo la costa sud di Terceira e di fermarci dove più ci ispira, verso la nostra meta: Angra do Heroismo.
Ciò che accende subito la nostra curiosità è la presenza di alcuni edifici coloratissimi e di piccole dimensioni, dotati di ampie finestre e con in cima una corona. Ogni paesino ne ha almeno uno, di diversi colori, quasi sempre in prossimità di una chiesa. Scopriremo poi che sono i cosiddetti Impérios do divino Espirito Santo. Si tratta di piccoli templi devoti al culto dello spirito santo, dove si riuniscono i fedeli in occasioni religiose.
Arrivate ad Angra do Heroismo facciamo una piccola passeggiata per il suo centro storico, che per la sua bellezza è stato classificato come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Entriamo nella sua cattedrale, dedicata al Santissimo Salvatore, sobria nella sua facciata quanto all’interno, ma molto bella. Tutti gli edifici sono molto curati, in stile coloniale e con i caratteristici balconi in ferro battuto.
Finalmente arriviamo in hotel, Pousada Forte Angra do Heroísmo che si trova all’interno del Forte di Sao Sebastiao, una fortezza militare. L’hotel è molto sobrio e moderno e si integra benissimo in un contesto storico. Siamo state così bene che abbiamo deciso di cenare qui tutte e tre le sere. Infatti il suo ristorante offre dei piatti buonissimi tipici della tradizione azzorriana e con prezzi molto onesti.
Giorno 2 – Terceira: Lagoa das Patas – Trekking Mata da Serreta – Altares – Furnas do Enxofre
Ci alziamo con una bellissima alba vista mare che ci da subito una carica pazzesca. Dall’hotel si scorge anche l’isolotto delle capre.
Durante il nostro tour di 10 giorni alle Azzorre abbiamo dovuto improvvisare più volte e cambiare itinerario per via del tempo. Infatti la pioggia e la nebbia ci hanno spesso ostacolato nel vedere alcune cose. Una di queste è Misterios Negros, uno dei trekking più belli e conosciuti dell’isola, ma causa meteo rimarrà proprio un mistero!
Abbiamo quindi iniziato la nostra giornata con una sosta alla Lagoa das Patas. Ci accoglie una bella aera naturale con laghetto, papere e anche dei chiassosi galli che si sono cimentati in un curioso concerto durante il nostro passaggio. Qui iniziamo a vedere la flora tropicale, con delle felci enormi che crescono fino a diventare alberi.
Decidiamo quindi di optare per un altro trekking verso Serreta, un sentiero ad anello di circa 7 km. A questo proposito vi voglio segnalare un sito molto utile, dove potrete vedere tutti i percorsi delle Azzorre e scaricare mappe e tracce gps: Sentieri delle Azzorre
Una volta parcheggiato ci addentriamo nella foresta che cambia spesso vegetazione e colori. Questa zona è anche un’area sperimentale per l’inserimento della Cryptomeria Japonica, ovvero il Cedro del Giappone, che poi lascia spazio ai pitosfori e al ginepro delle Azzorre.
Arrivate a circa metà del percorso, decidiamo di fare una deviazione verso Lagoinha, un piccolo lago, fino a raggiungere la cima del monte, dalla quale vedrete il mare e le colline circostanti.
Benché la segnaletica sia molto buona, forse un po’ per la stanchezza ci distraiamo e perdiamo il percorso di rientro, ritrovandoci in una strada asfaltata secondaria. Non perdiamo comunque d’animo e rientriamo alla macchina facendo una deviazione di alcuni chilometri, che ci fa passare lungo i terreni agricoli e i pascoli della zona. Ad attenderci alla macchina c’è una mucca, animale simbolo delle Azzorre.
Dopo il pranzo al sacco proseguiamo in macchina lungo la costa di Serreta, dove a colate laviche si alternano a scogliere rosse e marroni, dal contenuto ferroso. Ci fermiamo per una breve sosta caffé ad Altares per poi terminare la nostra giornata a Furnas do Enxofre. Questo monumento naturale consiste di un campo di fumarole di origine vulcanica. Camminando sentiamo l’odore di zolfo e il vapore tiepido che esce dalla terra, un fenomeno davvero affascinante e che fa percepire quanto la terra sia viva e attiva.
Giorno 3 – Terceira: Baias da Agualva – Cascata das Frechas – Angra do Heroismo
Dopo il secondo tentativo fallito di vedere Misterios Negros, ci dirigiamo verso la costa che è sempre più libera da nebbia e pioggia rispetto al centro dell’isola. Baias de Agualva è un percorso lineare semplice di circa 4 km a tratta. Più che un trekking è una passeggiata semplice lungo la costa nord-est di Terceira che si affaccia sulle scogliere a picco sul mare. Anche questa è un’area protetta per il suo habitat particolare che ospita diverse specie di uccelli. Si nota subito quanto gli abitanti delle Azzorre abbiano a cuore la tutela del proprio patrimonio ambientale e della biodiversità.
Scendendo verso il mare incontriamo una piantagione che attira la nostra attenzione. Dopo aver chiesto a un contadino, scopriamo che si tratta di Igname, un tubero che ricorda un po’ una patata e che viene usato per cucinare zuppe e altri piatti tipici.
Proseguiamo in cima alla scogliera trachitica, dove ogni tanto scorgiamo dei pescatori che tendono le loro lunghissime lenze al mare, aspettando pazienti di fare bottino.
Nel pomeriggio ci fermiamo alla Cascata das Frechas, un oasi di pace nel verde, prima di rientrare verso Angra do Heroismo per gli ultimi giri in città, prima che la nebbia avvolga tutto. Qui visitiamo la bella Igreja da Misericordia, dipinta di un blu ortensia, il fiore simbolo delle Azzorre.
Facciamo una passeggiata nel rilassante Jardim Duque da Terceira, un giardino botanico molto curato ricco di piante esotiche.
Giorno 4 – Terceira: Angra do Heroismo – volo cancellato per Pico
La mattina vista la pioggia ci rifugiamo all’interno del Convento di Sao Francisco, che ospita il Museo di Angra do Heroismo. Quello che inizialmente avevo un po’ snobbato, si è rivelato invece il posto ideale per capire qualcosa di più sulla storia e la cultura delle Azzorre.
Come prima cosa visitiamo al suo interno Igreja de Nossa Senhora da Guia, che custodisce un bellissimo azulejo. Poi passiamo all’esposizione che comprende oltre ai pannelli esplicativi sulla storia, cultura, natura e la scoperta delle isole, anche attrezzi contadini, arte sacra, armi, medaglie, pitture, mobili e porcellane.
Pranziamo al centro di Angra do Heroismo in un mercatino natalizio organizzato da associazioni di beneficienza. In particolare proviamo il Caldo Verde, una zuppa a base di cavolo nero, salsiccia e patate e la Queijada da Dona Amélia. Quest’ultimo è un dolce tipico di Terceira fatto con uova, miele, cannella e farina di mais. Fu chiamato così perché venne dedicato all’amata regina Amelia durante la sua visita all’isola nel 1901.
Nel primo pomeriggio ci dirigiamo in aeroporto per prendere il volo interno verso Pico, la seconda isola del nostro tour di 10 giorni alle Azzorre. Siamo ignare di quello che ci aspetta. Infatti dopo aver fatto il check-in e i controlli di sicurezza, ci comunicano che il nostro volo è in ritardo per motivi meteorologici. In realtà quasi tutti i voli del giorno sono cancellati o in ritardo e scopriremo che è una cosa molto comune in questo periodo dell’anno. La nebbia, la forte pioggia e il vento rendono praticamente impossibile il decollo e l’atterraggio dei voli. I residenti sembrano averci fatto il callo e ingannano il tempo bevendo un caffè, chiacchierando o giocando a carte senza scomporsi troppo. Sicuramente ci hanno dato una bella lezione di savoir-vivre: perché agitarsi tanto quando non c’è niente da fare?
Dopo parecchie ore il nostro volo viene definitivamente cancellato. La Sata Airline, la compagnia di bandiera delle Azzorre, ci fornisce subito un voucher per il transfer, la cena e il pernottamento a Terceira. Veniamo riportate ad Angra do Heroismo, dove passeremo la notte all’Hotel Caracol, che ci tratta molto bene dandoci persino una suite a due piani!
Giorno 5 – Pico: Lajido de Santa Luzia – Cabrito – Madalena
La mattina veniamo prelevate nuovamente con il taxi per l’aeroporto di Terceira e incrociamo forti le dita sperando che oggi vada meglio! Nonostante un po’ di ritardo sempre causa nebbia riusciamo finalmente a partire per Pico. Il volo è breve, circa mezz’ora, e per fortuna non troppo turbolento.
Arriviamo verso l’una e dopo aver recuperato la seconda auto a noleggio ci concediamo subito un bel pranzetto per rinfrancare il corpo e lo spirito dopo questa piccola disavventura. Nascosto tra una pineta e alcune case anonime troviamo un piccolo ristorante che ci fa uno dei migliori arrosti di carne mai mangiati ! Si chiama Casa da Feijoca e ve lo raccomando vivamente se venite a Pico. Non lasciatevi ingannare dall’aria apparentemente burbera e poco accogliente del proprietario. Ordinate l’arrosto di carne e patate con fagioli e insalata e non rimarrete delusi.
A pancia piena ci spostiamo verso Lajido de Santa Luzia, un piccolo borgo sul mare a nord dell’isola. Un paesino costruito tutto in pietra nera lavica curiosamente accostata al rosso di porte e finestre. Alcune case nere e bianche mi ricordano tanto quelle dei paesini all’interno della Sardegna, costruite interamente in trachite. Questa parte di costa fa parte della cosiddetta Cultura della Vite ed è stata designata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Purtroppo troviamo chiuso il museo del vino e anche diverse cantine, quindi ci limitiamo a una passeggiata sul lungo mare. Qui è possibile vedere ancora le “rilheiras” ovvero i segni delle ruote dei carri a buoi, scolpiti dal loro passaggio nella pietra lavica. Sono visibili anche i “rola-pipas”, delle rampe intagliate nella roccia vicino al mare per consentire il trasporto delle botti fino alle navi che le avrebbero poi trasportate oltreoceano.
Proseguiamo il giro dell’isola fermandoci a Cabrito, ammirando uno dei tanti mulini a vento e le sue cascate che finiscono sul mare.
A un certo punto alziamo gli occhi e rimaniamo incantate: Sua Maestà Pico ci ha concesso l’onore di farsi vedere. Pico è infatti il vulcano che da nome all’isola, oltre a essere la cima più alta delle Azzorre e di tutto il Portogallo, con ben 2351 m di altezza. Si nasconde spesso tra una coltre di nebbia o qualche strato di nuvole, come una donna voluttuosa che non vuole svelarsi troppo. Riusciamo appena a fotografarlo, prima che venga l’imbrunire…ed è sicuramente uno degli highlight di questo tour di 10 giorni alle Azzorre.
La nostra giornata termina a Madalena, dove si trova il nostro hotel. Dopo esserci sistemate all’Hotel Caravelas, andiamo a cercare qualcosa da mangiare e optiamo per Mercado Bio, un ristorante bio che offre buoni piatti vegetariani ma anche tipici delle Azzorre.
Giorno 6 – Pico: Vinhas da Criação Velha – volo per Sao Miguel
Per un’altra volta durante il nostro tour delle Azzorre in 10 giorni ci troviamo a dover cambiare programmi. Infatti avevamo deciso di venire a Pico per fare un trekking sul vulcano, ma da brave improvvisatrici non avevamo considerato che per salire in cima ci sono 1000 metri di dislivello! Inoltre il percorso è classificato come molto difficile, anche per via del tipo di terreno molto scosceso. A ogni modo le condizioni atmosferiche non ci avrebbero permesso di salire, perché per tutta la nostra permanenza a Pico c’è stata nebbia e pioggia. A questo punto direte: strano vero?
Optiamo quindi per una passeggiata tranquilla per la zona dei vigneti: Vinhas da Criação Velha. In questo sentiero a ovest di Pico che costeggia il mare, sono visibili le strutture dei vigneti tipici di questa zona. Qui le viti, ma anche altri tipici di colture, vengono piantati all’interno di terreni quadrati delimitati di muretti a secco, per proteggere le piante dal vento e dalla salsedine. Si tratta ovviamente di un agricoltura non intensiva e di piccole quantità, ma dove sicuramente viene privilegiata la qualità. Infatti i vini di Pico non hanno niente da invidiare ad altre etichette del continente Lusitano.
Nel pomeriggio ci dirigiamo nuovamente verso l’aeroporto per raggiungere la nostra ultima tappa: L’Isola di Sao Miguel. Arriviamo che ormai è buio pesto e ci dirigiamo verso l’est dell’isola, dove trascorreremo le prime due notti, precisamente a Povoação.
Giorno 7 – Sao Miguel: Furnas – Lagoa das Furnas – Parque Terra Nostra
Oggi dedichiamo tutta la giornata alla zona di Furnas, nata attorno alle fumarole di origine vulcanica. E’ affascinante vedere come un’intero paese sia stato costruito intorno ad acque ribollenti e fumi sulfurei, tanto che sembra di essere dentro delle terme a cielo aperto.
Usciamo poco fuori dal paese, per un trekking che costeggia tutta la Lagoa das Furnas, un bellissimo specchio d’acqua circondato da verde e alberi. Al suo ingresso (che costa 3 € a persona), troviamo delle altre fumarole, alcune delle quali vengono utilizzate per cucinare il celebre Cozido. Il bollito di verdure e carne qui viene fatto cuocere a fuoco lento all’interno dei pentoloni posizionati sulle fumarole. Ogni ristorante contrassegna con il proprio nome la pentola. Ci hanno vivamente raccomandato di prenotare il giorno prima per garantirci un Cozido appena fatto e non riscaldato da giorni.
Proseguiamo la passeggiata intorno al lago per poi fermarci al rientro al Parque Terra Nostra, un immenso giardino botanico all’interno del quale si trova una grande piscina di acqua termale ferruginosa. Ci fermiamo subito qui per un bagno ristoratore. L’acqua è calda al punto giusto, intorno ai 40° e sortisce subito un effetto rilassante. C’è chi immerge la testa sotto le cascatelle per un’esperienza totale. Fa strano immergersi nell’acqua marroncina e che odora di ferro, ma il beneficio rende questo particolare trascurabile. Se fate il bagno ricordatevi di portare un vecchio costume, perché il ferro potrebbe lasciare delle macchie. Io dopo 10-15 minuti decido che sono abbastanza “bollita” e che inizia a mancarmi un po’ il respiro ed esco dall’acqua. Il parco è ben attrezzato e dopo aver pagato i 10 € di ingresso avrete accesso anche ai bagni e spogliatoi.
Dopo esserci riprese dal relax termale facciamo un giro per il labirinto di stradine del parco. Ogni angolo è un capolavoro di architettura del verde, tra laghetti, felci, piante di monstera, camelie di ogni colore e genere, palmeti, prati di ninfee e angolini zen. E’ un tripudio per gli occhi e per i sensi che invita a rimanere…ma noi siamo cotte a puntino dopo il bagno a 40 gradi e decidiamo di tornare in hotel.
Giorno 8 – Sao Miguel: Cha Gorreana – Salto da Farinha – Ponta Delgada
Lasciamo l’est dell’isola per dirigerci a Nord verso la più antica piantagione di tè d’Europa: Cha Gorreana. Qui facciamo un trekking semplice tutto attorno ai terreni. Nel frattempo i contadini sono all’opera per potare le siepi ordinate che creano una bella scenografia sulle colline affacciate sul mare.
Ci fermiamo poi nella loro fabbrica, fondata nel 1883, dove ancora oggi è possibile seguire le varie fasi della lavorazione, scelta ed essicazione del te e infine degustarlo nelle varie declinazioni. Il particolare microclima di Sao Miguel, umido e temperato, permette di produrre un tè 100% biologico, senza l’uso di pesticidi. Posso dire di aver “svaligiato” il loro shop, infatti tra mille formati di tè, tisane, saponi e souvenir, ho trovato il modo di comprare un pensierino originale e km 0 per tutti.
Il pomeriggio vorremmo proseguire per un altro trekking, ma causa pioggia facciamo in tempo a vedere solo la prima cascata lungo il percorso: Salto da Farinha, che è comunque spettacolare. Si raggiunge scendendo una ripida stradina che devia dalla strada costiera. Dopo aver fatto alcuni scalini c’è un piccolo ponte che collega direttamente alla cascata. In questo periodo la sua portata è davvero impressionante: ci ritroviamo circondate d’acqua che scorre possente lungo la foresta.
Proseguiamo verso l’ultimo hotel del nostro tour: Il Canadiano Urban Nature Hotel a Ponta Delgada. E’ una struttura nuovissima in centro città e molto carina, con un occhio di riguardo alla sostenibilità.
Giorno 9 – Sao Miguel: Piantagione di Ananas Arruda – Ponta Delgada – Grota do Carvao – Lagoa do Carvao
Decidiamo di lasciarci il dulcis in fundo all’ultimo giorno e visto che è una giornata ventosa, ci dedichiamo ai percorsi non troppo esposti. Come prima cosa visitiamo la piantagione di ananas A. Arruda. Non so perché ho sempre immaginato che gli ananas crescessero sugli alberi. Dopo questa esperienza ho finalmente scoperto che sono delle piantine che al massimo diventano dei piccoli cespugli. Sapendo che alle Azzorre crescevano in serra mi sono domandata come mai costassero più di quelle importate (circa 6 € al kilo) e qui ho finalmente trovato risposta. Infatti nelle serre vediamo le varie fasi di crescita e maturazione dei frutti. Per maturare un’ananas ha bisogno di un tempo molto lungo, fino a 24 mesi! Incredibile vero?
Torniamo a Ponta Delgada, per visitare un po’ il centro storico con la Cattedrale Igreja Matriz de São Sebastião e le Portas da Cidades, tre archi che si affacciano sul porto e il suo municipio. Ci spostiamo sul lungomare per visitare il Museo Militare delle Azzorre. Si trova all’interno del forte cittadino e ospita una collezione di armi, corazze e inquietanti strumenti medici di guerra. Merita una menzione anche la Chiesa parrocchiale di Sao Josè con un altare riccamente decorato.
Ci concediamo un piacevolissimo pranzo vegetariano a Rotas da Ilha Verde, un posticino molto intimo e accogliente che ricorda un po’ il salotto di casa di nonna. Proseguiamo poi per la Grota do Carvao, una grotta di origine vulcanica poco fuori dal centro città. Armati di caschetti la guida ci porta nel sottosuolo, spiegandoci l’affascinante formazione di questa cavità. Abbiamo optato per la visita turistica breve, ma per chi fosse interessato è possibile anche percorrerla con gli speleologi per qualche chilometro.
Terminiamo infine questa giornata pienissima con uno stop alla scenografica Lagoa do Carvao, un altro degli innumerevoli laghi di origine vulcanica, ma dai colori e dalle forme molto particolari.
Giorno 10 – Sao Miguel: Sete Cidades
L’ultimo giorno è riservato per il trekking che attendevamo di più a Sao Miguel: quello che porta a Sete Cidades. Già all’imbocco del percorso viene subito spoilerato il panorama più mozzafiato delle Azzorre. Due laghi che si baciano: quello azzurro e quello verde, dove dobbiamo immaginare ci fosse un tempo il cuore di un vulcano attivo. Tutto intorno foresta.
Ci sono diversi percorsi per godere di questo spettacolo della natura, noi scegliamo un sentiero facile che inizia dal Miradouro da Vista do Rei (‘veduta del re’), costeggia il lago senza perdere di vista a sinistra il mare e poi scende giù verso il paese. Arriviamo al lago per l’ora di pranzo dove facciamo un breve pic-nic e qualche foto. Poi riprendiamo il percorso che sale improvvisamente tutto il dislivello presente nel sentiero. Ci godiamo la vista di tante ortensie, ancora fiorite a dispetto del periodo dell’anno.
Ti è piaciuto questo tour delle Azzorre in 10 giorni? Per avere altre idee e consigli di viaggio in Portogallo ti consiglio di leggere il mio articolo su Come visitare il Portogallo in treno: un tour da Lisbona a Oporto.